We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

Iperrealismo Magico

by Luca Atzori & Veronica Perego

supported by
/
  • Streaming + Download

    Includes high-quality download in MP3, FLAC and more. Paying supporters also get unlimited streaming via the free Bandcamp app.
    Purchasable with gift card

      name your price

     

1.
2.
Natura 02:03
NATURA darstellen und nicht erklaren G. La natura è come una superficie coperta di cunei ed ecco dunque perciò ogni poesia è già dimenticata. Ogni prova pluricellulare (anche voce del verbo, si) a doux gout con la polpetta eucariota: mastico con la bocca aperta guarda aaa ogni verso sarà cancellato dal piscio nanometrico che solo ha saputo farsi spazio nell’ammassamento dei giganti in quell’angolo farcito come il sito dell’inps ai tempi della tua vita mortale. Spazzati via Montale e Rimbaud e Dante Petrarca e addormentarsi la sera restare così come s’era tutto ciò che dura lascia che tutto ciò finisca -un secondo lasciarmi che devo fare il bisogno- e torre che crolla pioggie, maggesi: galatei creature di mille saggezze tutto quel muoversi tumulto allarmato cantato dal saggio dei gufi niente di lirico in ciò niente in ciò niente hai capito nientemanzia. Scivola il ramoscello ricade bemolle per l’estatica rimembranza daremo un senso alla nostra digestione quando avremo finito i cioccolatini pasquali rimasti del Sole che inghiottirà la Terra.
3.
APOSTOLATO PRIMO Una minuscola ballerina (e sottile) dalla pelle adolescente, reinventò l’ ascolto d’un brano maniaco: il braccio recapitato alla cantilena distratta ed io che me ne stavo seduto sulla spiaggia dei ricchi, a leggere le Scaltre Scritture del mio intenstino. Proprio io, sentinella mormorata e fondamentale fermo a cuocere il mio occhio composto e allineato alla congiuntiva farmi sonoro: -umida mia babilonia umorale scuoti nelle fessure, dove fluisce il pudore ancora- e mentre la gamba si levava lenta verso ciò che andava perso, un’ ultima pubblica freddezza (residente dentro il pollice) da piovere l’occhio in infantili acque sudamericane incontrò lo sprezzo del sarto, sempre in demi pliè come l’uso che si faceva un tempo dello sguardo (in certi casi).
4.
Cielo 01:04
CIELO Il cielo è bello e barbaro nessuno mi capisce nessuno a questo mondo. Eppure viaggiano i semi di pino le gimnospermae e trovano il limite della compassione. Ecco il cielo le nuvole si stringono e la proposizione del mio sognare gocciola nel mio vegliare.
5.
LA FIGA PELOSA La figa pelosa è come un fiore ha la sua forma è una violacciocca che l’umano ha escogitato per rammentare il segreto dei segreti e così fa il fiore che è la metafora di qualcosa d’altro: così scopri che tutto è la metafora dell’altro e ti parla dell’altro ti parla che ti parla dell’altro che ti parla dell’altro entrare nella figa pelosa e fare i versi degli animali non umani analfabetica umana razza che non sa più in sé come umano di sé animale frutto di fiore figa pelosa fiorisce golosa guardami guarda solo me, guarda come la amo che onnivora e schiva regina boschiva panna da cucina per una torta ad essa vigilia la vita in speciale giubilo! Senti il verso che fa il servo senti che carino c’è chi darebbe sé stesso tutto per proteggere questa bestia figa pelosa che acquazzoni!
6.
The Garden of Love I went to the Garden of Love, And saw what I never had seen; A Chapel was built in the midst, Where I used to play on the green. And the gates of this Chapel were shut, And ‘Thou shalt not’ writ over the door; So I turned to the Garden of Love That so many sweet flowers bore. And I saw it was filled with graves, And tombstones where flowers should be; And priests in black gowns were walking their rounds, And binding with briars my joys and desires.
7.
Madre 02:48
MADRE Quanta poesia c'era, Madre negli sguardi dei giovani tonni inscatolati pronti a pesare il mattino del fare la legna in quell'epoca in cui si trattava di non sorridere per abitudine c'ero io, che avresti voluto fossi fra loro, mentre poggiavi gli sguardi niente affatto divini ma divani e poi chimici alla casa che abitavi da più di trent'anni, insieme a tuo marito e tuo figlio che se n'era andato via tuo marito ormai non ricordava più il dolore che è amare nella felicità più grande in un mondo che ignorava gli sforzi della retorica del viceversa come facevate con loro nei vostri cuori così incongrui e vostro figlio se n'è andato via portando l'operetta del mondo fuori mentre la casa diventava la vostra solitudine, la vostra malattia mentre vostro figlio vi dava un nuovo figlio per far rinascere in voi una gioia gettone o meglio dono della restituzione nella più grande paura degli anni di piume nella più grande desolazione del vicinato torna tutto come era prima ma questa volta più vivido nonnità è un inizio di sonnolenza metafisica -quando tanto si è visto troppo e niente perché fuori non ci sono che nuvole da vedere- mentre fuori il mondo non dovrebbe sapere niente della sporcizia che si trova nel bagno niente dei discorsi idioti schiantati, dispotici come lo è la cancellazione di significato, come gabbie che si avvinghiano senza articolarsi in una rete spinata smisurata con quella disgustosa voglia di amare che ancora vi stringe entrambi e che non riesce più a esplodere in un abbraccio profondo, un bacio ma tu capisci Madre che non è un problema perché la cosa più forte che possa esistere è la conservazione di quell'amore che se ne va cercando di trovare un posto nell'eterno affinché non si esaurisca l'unica cosa che c'è e chissà che cos'è magari non c'è
8.
Natale 03:44
NATALE Odio il Natale Tra tutte le feste è la più imbecille Crudele il mese di Aprile quisquiglie per Dicembre… un’ostrica trash sbava dentro il bordello Trimalcione e Nerone spioni e io all’angolo senza tredicesima cercando il punto della situazione il saldo movimenti mi programmo la quaresima Le cene di Natale. Così fredde di quel blu veritiero che non vogliamo sapere Cene in cui l’amore fa fatica a spegnersi Perché c’è troppo odio e quel che era rimasto dell’amore si fa sentire in fiori di Bach in adagio sostenuto. Il desiderio di amare con il cuore che fluisce come vino in un calice Poi sposti l’attenzione e vedi che c’è la televisione da distinguersi con il televisore qualche pubblicità qualche cappuccio da Babbo Natale e via Ci pensa, alle famiglie, per loro, la merda quotidiana che a Natale si spegne fra i canti e i cori per farti sentire quanto dura da imparare è la magia nera dei bagni in cascata fatti apposta per sopportare l’odio. Morte. Accumulo di informazioni fino alla saturazione Quello che normalmente si pensa della morte è che sia un corpo che cade a terra e poi smette di muoversi e pensare e vivere e poi scomparire. È vero. Ma questa è un’informazione che ci arriva. E questo è il punto. Umano iconografico Sfoglio Freud ogni tanto Lo conosco come posso conoscere uno stronzo pescato a caso o un tonno riomare. Odio il Natale Quegli sguardi che meditano di ucciderti ma conservano sorrisi Perché tutto viene fatto in un privato sottovuoto È una tecnica antica, dicono E poi il pensiero. Basta il pensiero. E tutti son contenti. Lasciare perdere Come dire… quanto odio a Natale La vista è sicuramente un progetto molecolare di vasta importanza E la forma della vista è anche forma del pensiero La pupilla dilatata è un campo aperto, senza oggetto Ho un oggetto davanti agli occhi anche se non c’è Accetto di funzionare bene da guasto Se togli il guasto non funzioni Non pensi Sei perfetto E se sei perfetto sei pazzo Questa sera spacco Vado da una puttana e me la scopo come un maiale Faccio proprio il maiale Il maiale duro Sporco Ma poi ti guardi allo specchio e pensi che non lo stai facendo veramente Io amavo infatti le candide rose perdute nelle strade abbandonate della pianura gallurica lontano dalle alpi Dove cantavi la tua ninna nanna al temporale in giardino in tempore moras e raccoglievi le lumache Idiota.
9.
Silenzio 04:37
SILENZIO Devo confessarti che ogni volta che mi parli mentre sei seria e dici cose importanti io immagino di infilartelo in bocca hai delle belle labbra immagino che se tu fossi me potresti avere lo stesso desiderio e mi duole non poco sapere che tu non desideri te stessa così come io ti desidero perché io desidero solo chi desidera sé stessa come io la desidero perché solo così può capire il mio desiderio e quindi capire bene e a fondo che cosa intendo quando dico che vorrei infilarlo in bocca forse è la fine del mondo ma voglio lo stesso chiavarti perché la tua coscia profuma della tua pelle che sta dietro la spalla la tua pelle che è la parte del tuo corpo che più resta in silenzio anche la tua voce sta in silenzio sei solo tu che parli così ti do un'arancia perché tu possa mangiarla e tu mi rispondi “ma mi ascolti?” tu non lo sai ma sei sempre in silenzio io ti vedo da un'isola mi taglio la testa mi faccio una sega questo è un rito di morte prendo la metropolitana fra le tue braccia come un sortilegio anche se gridassi sarei in silenzio perché tutti siamo in silenzio in realtà non lo sapevi? Vorrei scivolare la mia cappella pulsante sulla tua lingua con poche fessure di volta in volta che cosa è meglio per il cazzo non poterne più di stare dentro o non poterne più di stare fuori dalla tua bocca? il cazzo è in silenzio tutto è in silenzio anche la tua voce, non lo sai che in realtà siamo tutti in silenzio?
10.
Pinocchio 01:36
PINOCCHIO Quanta rabbia nelle mie parole mentre questa metrica squadra resta ferma poggiata sul banco tra figurine panini hypoteses non fingo dico Newton e bava di proiezioni ortogonali immobile di me io pinocchio conscio che il regalo più vicino che mi fa quel down di Geppetto mi fa sol la si do è quello della bacchetta e del terrore che arriva al momento in cui è ora di fare i conti di matematica con la triste mietitrice vestita da indovinello col naso che cola catarro mentre menti il corpo parla lo so Collodi, che cosa credi? e la luce al neon che resta lì sospesa senza gravità mentre il calore della coperta scompare e capisci che l'amore è come un caricabatteria siamo di casa dove l'amore è poco e tutti si sono rassegnati e li vedi cadere dal balcone per sfracellarsi al suolo ma io che sono un asino mi sfascio come il legno
11.
APOSTOLATO SECONDO L’ ombra del davanzale a quota di un grumo di cenere sull’altura da dove cantavano i grilli nella notte stupefatta il sentiero che sfigura oggi che traggo dall’ Io l’impasto di stupore illetterato: il sentimento detto nella parentesi oscura prima di addormentarsi in solitudine un compleanno conservo sulla mano, di quell’arabesco, la più giusta scommessa (la striscia di saliva sulla placenta discende lenta e divora la vita come biscia) inseguiamo l’aquilone, distratti alla tenzone lirica un pezzo di carta straccia, concentrata nel tempo : ex falso sequitur quodlibet così eccoci soli a camminare insieme sotto il pannello radiante lavagna in mano immagine in movimento mentre mi rompo i coglioni mai preferisco spegnere il riscaldamento quando di te arrivederci e a domani… bonne nuit!
12.
STALKING STILNOVO Continua la nostra storia d’amore per le strade nebbiose del clima padano o nei treni rottamati smarriti in Zagabrie essudate purulente. Mia perversione adorata di seguirti a te che non amo a te che mi vergogno di amare a te che amo perché se sgomento estremo sbandierato fiorisce in questa malcapitata io non so proprio che farmene mia Eva Futura di te e di questi ricordi. Alle volte la ragione riceve colpi bassi divinata com’è nel suo fior fiore al punto in cui effimera è larva soggetta alle stagioni. Essa non serve certe volte se non per andare a fare la spesa e sperar di incontrarti. E ancora mi sorprende l’amore così limpido cielo che si fa frustare da nebulose unite nell’ alto quoio dorato. L’osservatore decide di fare ombra planando si perde in quel che prima accadeva scorporato e nervoso dall’oblò mi annoio un po’ nel week end del piemonte canavese divagare nella pioggia ed ecco la neve cedo alla tentazione di osservare le tue foto -o davvero da te c’è la neve?- Questo torrente che vorrei spargere di Napalm amarti è un crimine perché mi disturba fino a volerti perdere ti vedo nella foto hai ancora quel maglione e penso: chetiamoafare mi vergogno mi vergogno molto mi batte il cuore tanto mi vergogno proprio perché non ti amo è assurdo, davvero assurdo che io ti ami perché io non ti amo e proprio per questo ti amo per questo ti amo questo ti amo oh si, io ti amo ti amo perché ti amo io desidero ti amo più di ogni amo ti amo altra cosa proteggerti dal mio ti amo non amore oh ti amo si io ti amo proteggerti ti amo. È vero quel che si dice nelle riviste femminili degli anni settanta: non possiamo scegliere passeggiamo sulle rugiade gesticoliamo e cloniamo i nostri mazzi di rose così di trapasso eppure ti amo nelle strade nebbiose del clima padano perso a Cremona in macchina con l’amico quello passeggero incontrato in autostop che ti dice “andiamo al rave” e io ci vado e mi rompo i coglioni parlo di te a chi non ti conosce soprattutto a chi non conosco così posso inventarti. Io cannibale che cane ti invento e parlo di te osservo e gorgheggio. In ogni luogo continua o mia donna animale domestico il significato delle cose io sono il cane capito immobili e trascorse une blessure da lì io posso amare la stessa fanciulla che sempre danza persuasa senza vestiti nella casa il mappamondo febbrata addormentata cretino sempre io a spiare te come un promemoria. Di non dimenticarti io l’ho promesso che ti guardo di nascosto che ti spio così tanto fino a pisciare sui muri mi scopre la barista che vergogna mio dio mentre sta in piedi dietro di me bevo il cappuccino mi rimetto a posto l’uccello è questo aliseo tropicale questo illud tempus alam al mithal!
13.
TERRA MIA STUPIDA BITCH O anche L’ETERNITA’ Il daino che corre sulle spiaggie di ieri confonde le date Quando volevo quando potevo tutto era irreale ma era iperreale e dunque appunto: Correvamo sulle spiaggie di ieri insieme ai daini che non ci facevano niente e ci piaceva però immaginarceli, per un momento Ci piaceva voltare lo sguardo al Sole che intanto scendeva con i suoi raggi dorati al tramonto, per interpunzione Camminavo sulla spiaggia e intanto pensavo a me, solo a me E non mi rendevo conto di altro Non mi rendevo conto di cose più importanti Le cose importanti erano fuori di me Ma dentro vi era la spiaggia con i raggi dorati Che io andavo a fustigare con scariche elettriche perché riconoscevo l’ammaliarmi come un rischio eccitante. Ho cantato. Io canto sempre. Canto. Apro la bocca e canto. Quanto amo cantare. Cantare come un uccello che vola e poi ringhia come un gatto che ti guarda in faccia e ti dice che le tue colpe sfracelleranno la tua eternità Perché di Lei sei fatto. L’eternità è roba per mantenuti tutti gli altri lo sanno
14.
APOSTOLATO TERZO Il completamento, dunque: poiché lo stento era tale (a nominare me stesso) che simile un facile vuoto, mirante al convesso rivelare la mia povertà di sola una frase di danza modesta e breve abbandonata alle rive altrove terrena risiede trascritta la periferia politichese vicino al comparabile cielo senza transito praticabile il sonno atlantico nostalgico immagina la carne come rete geografica ricopre il cordone fantasma distante dai teatri sotto il tetto dell’Erebo unito alla pelle dal cuoio ovoidale (il palato che se ne va ad inchinarsi, agguantando la neve del liquido straniero) bruna fumosa rigida docile rugiada parola il ritratto che sorge come un sole esterno è sgradevole al sonno e ostile a ogni guerra.

about

Iperrealismo magico contiene brani tratti dai miei libri "Teorema della stupidità" (Ensemble) e "Vangelo degli infami" (Eretica), più un brano di William Blake.
Grazie al Premio Sanesi, dunque Poetrification organizzato dalla rivista Neutopia Magazine , ho potuto realizzare questo con Bndcks di Brattini ai docks dora di Torino.
Veronica Perego mi ha accompagnato al contrabbasso.

(Si consiglia l'ascolto di questo album a un solo pubblico adulto, per via dell' ironia socratica in eccesso)

Iperrealismo magico è un nome che sembra ispirato a quelle correnti letterarie che vanno da Bontempelli a Garcia Marques e Bolano. Solo che in questo caso io racconto la realtà così com'è ai miei occhi. E la realtà ai miei occhi è satura di nebulose inconscie, shock, divinazioni, simmetrie, ricordi falsi, desideri frustrati, veglie ad occhi chiusi.
Che cos'è infatti l'iperrealismo magico se non il vero realismo. Qualsiasi momento in cui noi ignoriamo quel mondo fatto di simmetrie illogiche, guardiamo parzialmente alla realtà.

Teorema della stupidità e Vangelo degli infami sono dense raccolte di poesia di cui ne ho scelte 13 per questo lavoro. In entrambe le opere lo sguardo è rivolto a quel mondo abbandonato dalle grazie della Storia. Sono parti di me. È l'empatia più diperata. Quasi una possessione. O forse anche in quel mondo ho ritrovato me, proprio perché io sempre sono stato parte di esso.

In fondo è una cura, distanziarsi tramite la poesia, il teatro, la musica. Un'ipocrisia grazie alla quale la realtà prende forma. E quando questo succede significa che ci stiamo allontanando da essa. Significa che la nostalgia del delirio è l'unico sentimento che possa aiutarci a rappresentare e non spiegare.

Luca Atzori

credits

released December 22, 2020

Luca Atzori: testi, voce, musiche.

Veronica Perego: contrabbasso.

BNDCKS: mixaggio, master e copertina.

Si ringrazia la redazione di Neutopia per la possibilità offerta.

license

all rights reserved

tags

about

Luca Atzori Turin, Italy

Autore, attore, cantautore. Autore dei seguenti libri:
"Gli Aberranti" (Anankelab).
"Vangelo degli infami" (Eretica)
"Teorema della stupidità" (Ensemble)
"Un uomo dagli occhi rotti" (Rizomi)
E l'audiolibro "Chi si addormenta da solo lenzuola da solo".
Autore dei dischi "Mama Roque de Barriera" (2019) e "Insekten" (2020) con Bikini Party
"Iperrealismo magico" con Veronica Perego e tanto futuro
... more

contact / help

Contact Luca Atzori

Streaming and
Download help

Report this album or account

If you like Iperrealismo Magico, you may also like: