1. |
Canzone per le mucche
03:00
|
|||
2. |
Natura
02:03
|
|||
NATURA
darstellen und
nicht
erklaren
G.
La natura è come una superficie
coperta di cunei
ed ecco dunque perciò
ogni poesia
è già dimenticata.
Ogni prova
pluricellulare
(anche voce del verbo, si)
a doux gout
con la polpetta eucariota:
mastico con la bocca aperta
guarda aaa
ogni verso sarà cancellato
dal piscio nanometrico
che solo ha saputo farsi spazio
nell’ammassamento dei giganti
in quell’angolo farcito
come il sito dell’inps
ai tempi della tua
vita mortale.
Spazzati via Montale e Rimbaud
e Dante Petrarca
e addormentarsi la sera
restare così come s’era
tutto ciò che dura
lascia che tutto ciò finisca
-un secondo lasciarmi
che devo fare il bisogno-
e torre che crolla
pioggie, maggesi:
galatei creature
di mille saggezze
tutto quel muoversi
tumulto allarmato
cantato dal saggio dei gufi
niente di lirico
in ciò
niente in ciò
niente hai capito
nientemanzia.
Scivola il ramoscello
ricade bemolle
per l’estatica rimembranza
daremo un senso
alla nostra digestione
quando avremo finito
i cioccolatini pasquali
rimasti
del Sole
che inghiottirà
la Terra.
|
||||
3. |
Apostolato primo
01:43
|
|||
APOSTOLATO PRIMO
Una minuscola ballerina (e sottile) dalla pelle adolescente, reinventò l’ ascolto d’un brano maniaco: il braccio recapitato alla cantilena distratta
ed io che me ne stavo seduto sulla spiaggia dei ricchi, a leggere le Scaltre Scritture del mio
intenstino.
Proprio io, sentinella mormorata e fondamentale
fermo a cuocere il mio occhio composto e allineato alla congiuntiva
farmi sonoro:
-umida mia babilonia umorale
scuoti nelle fessure, dove fluisce il pudore ancora-
e mentre la gamba si levava lenta verso
ciò che andava perso, un’ ultima pubblica freddezza (residente dentro il pollice)
da piovere l’occhio in infantili acque sudamericane
incontrò lo sprezzo del sarto, sempre in demi pliè come l’uso che si faceva
un tempo
dello sguardo
(in certi casi).
|
||||
4. |
Cielo
01:04
|
|||
CIELO
Il cielo è bello
e barbaro
nessuno mi capisce
nessuno a questo
mondo.
Eppure
viaggiano
i semi di pino
le gimnospermae
e trovano
il limite della
compassione.
Ecco il cielo
le nuvole
si stringono
e la proposizione
del mio sognare
gocciola
nel mio vegliare.
|
||||
5. |
La figa pelosa
03:02
|
|||
LA FIGA PELOSA
La figa pelosa
è come un fiore
ha la sua forma
è una violacciocca
che l’umano
ha escogitato
per rammentare
il segreto
dei segreti
e così fa il fiore
che è la metafora
di qualcosa d’altro:
così scopri che tutto
è la metafora dell’altro
e ti parla
dell’altro
ti parla
che ti parla
dell’altro
che ti parla
dell’altro
entrare nella figa
pelosa
e fare i versi
degli animali
non umani
analfabetica
umana
razza
che non sa più
in sé come umano
di sé animale
frutto di fiore
figa pelosa
fiorisce golosa
guardami
guarda solo me,
guarda come la amo
che onnivora e schiva
regina boschiva
panna da cucina
per una torta
ad essa vigilia
la vita
in speciale giubilo!
Senti il verso
che fa il servo
senti che carino
c’è chi darebbe
sé stesso tutto
per proteggere
questa bestia
figa pelosa
che acquazzoni!
|
||||
6. |
The Garden of Love
02:18
|
|||
The Garden of Love
I went to the Garden of Love,
And saw what I never had seen;
A Chapel was built in the midst,
Where I used to play on the green.
And the gates of this Chapel were shut,
And ‘Thou shalt not’ writ over the door;
So I turned to the Garden of Love
That so many sweet flowers bore.
And I saw it was filled with graves,
And tombstones where flowers should be;
And priests in black gowns were walking their rounds,
And binding with briars my joys and desires.
|
||||
7. |
Madre
02:48
|
|||
MADRE
Quanta poesia c'era, Madre
negli sguardi dei giovani tonni inscatolati
pronti a pesare il mattino del fare la legna
in quell'epoca in cui si trattava
di non sorridere per abitudine
c'ero io, che avresti voluto
fossi fra loro, mentre poggiavi
gli sguardi niente affatto divini ma divani
e poi chimici
alla casa che abitavi
da più di trent'anni, insieme a tuo
marito e tuo figlio che se n'era andato via
tuo marito ormai non ricordava più
il dolore che è amare nella felicità più grande
in un mondo che ignorava gli sforzi
della retorica del viceversa
come facevate con loro
nei vostri cuori così incongrui
e vostro figlio se n'è andato via
portando l'operetta
del mondo fuori
mentre la casa diventava
la vostra solitudine, la vostra malattia
mentre vostro figlio vi dava un nuovo figlio
per far rinascere in voi una gioia gettone
o meglio dono della restituzione
nella più grande paura
degli anni di piume
nella più grande desolazione del vicinato
torna tutto come era prima ma
questa volta più vivido
nonnità
è un inizio
di sonnolenza
metafisica
-quando tanto si è visto
troppo e niente
perché fuori
non ci sono
che nuvole
da vedere-
mentre fuori il mondo non dovrebbe sapere
niente della sporcizia che si trova nel bagno
niente dei discorsi idioti schiantati,
dispotici come lo è la cancellazione
di significato, come gabbie
che si avvinghiano senza articolarsi
in una rete spinata smisurata
con quella disgustosa voglia di amare
che ancora vi stringe entrambi
e che non riesce più a esplodere in un
abbraccio profondo, un bacio
ma tu capisci Madre
che non è un problema
perché la cosa più forte
che possa esistere
è la conservazione di quell'amore
che se ne va cercando
di trovare un posto nell'eterno
affinché non si esaurisca
l'unica cosa che c'è
e chissà che cos'è
magari non c'è
|
||||
8. |
Natale
03:44
|
|||
NATALE
Odio il Natale
Tra tutte le feste è la più imbecille
Crudele il mese di Aprile
quisquiglie per Dicembre…
un’ostrica trash sbava dentro il bordello
Trimalcione e Nerone
spioni
e io all’angolo
senza tredicesima
cercando il punto della situazione
il saldo movimenti
mi programmo la quaresima
Le cene di Natale.
Così fredde di quel blu veritiero che non vogliamo sapere
Cene in cui l’amore fa fatica a spegnersi
Perché c’è troppo odio
e quel che era rimasto dell’amore
si fa sentire in fiori di Bach
in adagio sostenuto.
Il desiderio di amare
con il cuore che fluisce come vino in un calice
Poi sposti l’attenzione e vedi che c’è la televisione
da distinguersi con il televisore
qualche pubblicità
qualche cappuccio da Babbo Natale e via
Ci pensa, alle famiglie, per loro, la merda quotidiana
che a Natale si spegne fra i canti e i cori
per farti sentire quanto dura da imparare è la magia nera
dei bagni in cascata
fatti apposta per sopportare l’odio.
Morte.
Accumulo di informazioni fino alla saturazione
Quello che normalmente si pensa della morte
è che sia un corpo che cade a terra
e poi smette di muoversi
e pensare e vivere e poi scomparire.
È vero.
Ma questa è un’informazione che ci arriva.
E questo è il punto.
Umano iconografico
Sfoglio Freud ogni tanto
Lo conosco come posso conoscere uno stronzo pescato a caso
o un tonno riomare.
Odio il Natale
Quegli sguardi che meditano di ucciderti ma conservano sorrisi
Perché tutto viene fatto in un privato sottovuoto
È una tecnica antica, dicono
E poi il pensiero. Basta il pensiero.
E tutti son contenti.
Lasciare perdere
Come dire… quanto odio a Natale
La vista è sicuramente un progetto molecolare di vasta importanza
E la forma della vista è anche forma del pensiero
La pupilla dilatata è un campo aperto, senza oggetto
Ho un oggetto davanti agli occhi anche se non c’è
Accetto di funzionare bene da guasto
Se togli il guasto non funzioni
Non pensi
Sei perfetto
E se sei perfetto sei pazzo
Questa sera spacco
Vado da una puttana e me la scopo come un maiale
Faccio proprio il maiale
Il maiale duro
Sporco
Ma poi ti guardi allo specchio e pensi che non lo stai facendo veramente
Io amavo infatti
le candide rose perdute nelle strade abbandonate della pianura gallurica
lontano dalle alpi
Dove cantavi la tua ninna nanna al temporale in giardino
in tempore moras
e raccoglievi le lumache
Idiota.
|
||||
9. |
Silenzio
04:37
|
|||
SILENZIO
Devo confessarti
che ogni volta che mi parli
mentre sei seria
e dici cose importanti
io immagino di infilartelo in bocca
hai delle belle labbra
immagino che se tu fossi me
potresti avere lo stesso desiderio
e mi duole non poco sapere
che tu non desideri te stessa
così come io ti desidero
perché io desidero solo
chi desidera sé stessa come io la desidero
perché solo così
può capire il mio desiderio
e quindi capire bene e a fondo
che cosa intendo quando dico
che vorrei infilarlo in bocca
forse è la fine del mondo
ma voglio lo stesso chiavarti
perché la tua coscia
profuma della tua pelle
che sta dietro la spalla
la tua pelle che è la parte del tuo corpo che più resta in silenzio
anche la tua voce sta in silenzio
sei solo tu che parli
così ti do un'arancia perché tu possa mangiarla
e tu mi rispondi “ma mi ascolti?”
tu non lo sai
ma sei sempre in silenzio
io ti vedo da un'isola
mi taglio la testa
mi faccio una sega
questo è un rito di morte
prendo la metropolitana
fra le tue braccia
come un sortilegio
anche se gridassi sarei in silenzio
perché tutti siamo in silenzio
in realtà
non lo sapevi?
Vorrei scivolare
la mia cappella pulsante
sulla tua lingua
con poche fessure di volta in volta
che cosa è meglio per il cazzo
non poterne più di stare dentro
o non poterne più di stare fuori dalla tua bocca?
il cazzo
è in silenzio
tutto è in silenzio
anche la tua voce,
non lo sai che in realtà
siamo tutti in silenzio?
|
||||
10. |
Pinocchio
01:36
|
|||
PINOCCHIO
Quanta rabbia nelle mie parole
mentre questa metrica squadra
resta ferma poggiata sul banco
tra figurine panini
hypoteses non fingo dico Newton
e bava di proiezioni ortogonali
immobile di me io pinocchio
conscio che il regalo più
vicino che mi fa quel down di Geppetto
mi fa sol la si do
è quello della bacchetta
e del terrore che arriva
al momento in cui è ora
di fare i conti di matematica
con la triste mietitrice
vestita da indovinello
col naso che cola catarro
mentre menti il corpo parla
lo so Collodi, che cosa credi?
e la luce al neon che resta lì
sospesa senza gravità
mentre il calore della coperta
scompare
e capisci che l'amore
è come un caricabatteria
siamo di casa
dove l'amore è poco
e tutti si sono rassegnati
e li vedi cadere dal balcone
per sfracellarsi al suolo
ma io che sono un asino
mi sfascio come il legno
|
||||
11. |
Apostolato secondo
01:58
|
|||
APOSTOLATO SECONDO
L’ ombra del davanzale a quota di un grumo di cenere
sull’altura da dove cantavano i grilli
nella notte stupefatta il sentiero che sfigura
oggi che traggo dall’ Io l’impasto di stupore illetterato:
il sentimento detto nella parentesi oscura
prima di addormentarsi in solitudine
un compleanno
conservo sulla mano, di quell’arabesco, la più giusta scommessa
(la striscia di saliva sulla placenta discende lenta e divora la vita come biscia)
inseguiamo l’aquilone, distratti alla tenzone lirica
un pezzo di carta straccia, concentrata nel tempo
:
ex falso sequitur quodlibet
così eccoci soli a camminare insieme sotto il pannello radiante
lavagna in mano immagine in movimento
mentre mi rompo i coglioni
mai
preferisco spegnere il riscaldamento
quando di te arrivederci
e a domani…
bonne nuit!
|
||||
12. |
Stalking stilnovo
04:01
|
|||
STALKING STILNOVO
Continua la nostra
storia d’amore
per le strade
nebbiose
del clima
padano
o nei treni rottamati
smarriti in Zagabrie
essudate purulente.
Mia perversione adorata
di seguirti
a te che non amo
a te che mi vergogno di amare
a te che amo perché
se sgomento estremo
sbandierato fiorisce
in questa malcapitata
io non so proprio
che farmene
mia Eva Futura
di te e di questi ricordi.
Alle volte la ragione
riceve colpi bassi
divinata com’è
nel suo fior fiore
al punto in cui
effimera è larva
soggetta alle stagioni.
Essa non serve
certe volte
se non per andare
a fare la spesa
e sperar
di incontrarti.
E ancora mi sorprende l’amore
così limpido cielo
che si fa frustare
da nebulose unite
nell’ alto quoio dorato.
L’osservatore
decide di fare ombra
planando
si perde in quel che
prima accadeva
scorporato e nervoso
dall’oblò
mi annoio un po’
nel week end
del piemonte canavese
divagare nella pioggia
ed ecco la neve
cedo alla tentazione
di osservare
le tue foto
-o davvero
da te c’è la neve?-
Questo torrente che vorrei
spargere di Napalm
amarti è un crimine
perché mi disturba
fino a volerti perdere
ti vedo nella foto
hai ancora quel maglione
e penso:
chetiamoafare
mi vergogno
mi vergogno molto
mi batte il cuore
tanto mi vergogno
proprio perché non ti amo
è assurdo, davvero assurdo
che io ti ami
perché io non ti amo
e proprio per questo ti amo
per questo ti amo questo ti amo
oh si, io ti amo ti amo
perché ti amo io desidero ti amo
più di ogni amo ti amo altra cosa
proteggerti dal mio ti amo non amore
oh ti amo si io ti amo proteggerti ti amo.
È vero
quel che si dice
nelle riviste femminili
degli anni settanta:
non possiamo scegliere
passeggiamo sulle rugiade
gesticoliamo e cloniamo
i nostri mazzi di rose
così di trapasso
eppure ti amo
nelle strade nebbiose
del clima padano
perso a Cremona
in macchina con l’amico
quello passeggero
incontrato in autostop
che ti dice “andiamo al rave”
e io ci vado
e mi rompo i coglioni
parlo di te a chi non ti conosce
soprattutto a chi non conosco
così posso inventarti.
Io cannibale
che cane
ti invento
e parlo di te
osservo
e gorgheggio.
In ogni luogo
continua
o mia donna
animale domestico
il significato delle cose
io sono
il cane capito
immobili e trascorse
une blessure
da lì io posso amare
la stessa fanciulla che sempre
danza persuasa senza vestiti
nella casa il mappamondo
febbrata addormentata
cretino sempre io
a spiare te
come un promemoria.
Di non dimenticarti
io l’ho promesso
che ti guardo di nascosto
che ti spio così tanto
fino a pisciare sui muri
mi scopre la barista
che vergogna mio dio
mentre sta in piedi dietro di me
bevo il cappuccino
mi rimetto a posto l’uccello
è questo aliseo tropicale
questo illud tempus
alam al mithal!
|
||||
13. |
Terra mia stupida bitch
01:47
|
|||
TERRA MIA STUPIDA BITCH
O anche
L’ETERNITA’
Il daino che corre sulle spiaggie di ieri
confonde le date
Quando volevo quando potevo
tutto era irreale
ma era iperreale e dunque appunto:
Correvamo sulle spiaggie di ieri insieme ai daini
che non ci facevano niente
e ci piaceva però immaginarceli,
per un momento
Ci piaceva voltare lo sguardo al Sole
che intanto scendeva con i suoi raggi dorati
al tramonto, per interpunzione
Camminavo sulla spiaggia
e intanto pensavo a me, solo a me
E non mi rendevo conto di altro
Non mi rendevo conto di cose più importanti
Le cose importanti erano fuori di me
Ma dentro vi era la spiaggia con i raggi dorati
Che io andavo a fustigare con scariche elettriche
perché riconoscevo l’ammaliarmi come un rischio eccitante.
Ho cantato. Io canto sempre.
Canto. Apro la bocca e canto.
Quanto amo cantare.
Cantare come un uccello che vola
e poi ringhia come un gatto
che ti guarda in faccia e ti dice
che le tue colpe sfracelleranno la tua eternità
Perché di Lei sei fatto.
L’eternità
è roba per mantenuti
tutti gli altri
lo sanno
|
||||
14. |
Apostolato terzo
01:22
|
|||
APOSTOLATO TERZO
Il completamento, dunque:
poiché lo stento era tale (a nominare me stesso)
che simile un facile vuoto, mirante al convesso rivelare la mia povertà
di sola una frase di danza
modesta e breve abbandonata alle rive
altrove terrena risiede trascritta la periferia politichese
vicino al comparabile cielo senza transito praticabile
il sonno atlantico nostalgico
immagina la carne come rete geografica
ricopre il cordone fantasma distante dai teatri
sotto il tetto dell’Erebo unito alla pelle dal cuoio ovoidale
(il palato che se ne va ad inchinarsi, agguantando la neve del liquido straniero)
bruna fumosa rigida
docile rugiada parola
il ritratto che sorge
come un sole esterno
è sgradevole al sonno
e ostile a ogni guerra.
|
Luca Atzori Turin, Italy
Autore, attore, cantautore. Autore dei seguenti libri:
"Gli Aberranti" (Anankelab).
"Vangelo degli
infami" (Eretica)
"Teorema della stupidità" (Ensemble)
"Un uomo dagli occhi rotti" (Rizomi)
E l'audiolibro "Chi si addormenta da solo lenzuola da solo".
Autore dei dischi "Mama Roque de Barriera" (2019) e "Insekten" (2020) con Bikini Party
"Iperrealismo magico" con Veronica Perego e tanto futuro
... more
Streaming and Download help
If you like Iperrealismo Magico, you may also like:
Bandcamp Daily your guide to the world of Bandcamp